Ecco una breve guida sulle pietre dure che uso nei bijoux, tutto il materiale che potete leggere è raccolto online. Le foto delle pietre sono prese da internet e dai vari siti citati, il resto del lavoro è opera mia. Le immagini pubblicate su questo blog sono copyright degli autori e delle agenzie che ne detengono i diritti. Pertanto la loro pubblicazione totale o parziale non intende violare alcun copyright e non avviene a scopo di lucro. Se la loro pubblicazione viola diritti d'autore vogliate comunicarmelo per una pronta rimozione.
MIX DI PETRE DURE
Ci sono Corniola, Cristallo di Rocca, Occhio di tigre, Giada, Olivina, Goldstone ecc..in un mix che rende le collane ancora più preziose.
QUARZO ROSA
Il quarzo rosa è un quarzo traslucido, di colore rosa pallido, ma può essere anche cristallino, sino ad essere quasi trasparente o traslucido nelle varietà più pregiate e ricercate; il colore della polvere è bianco, mentre presenta una lucentezza vitrea ed un'ottima diffusione della luce (è sempre meglio non tenerlo troppo a lungo sotto il sole: potrebbe sbiadirsi e perdere la sua particolare lucentezza).
La
tradizione popolare attribuisce al quarzo rosa il potere di attrarre
l’amore e secondo la mitologia greca sarebbe un dono del dio Eros agli
uomini.
Una leggenda orientale ne spiega così l’origine: un giovane povero e
bello amava una giovane di casta superiore alla sua, perciò erano
costretti a incontrarsi di nascosto. Il giovane portava sempre in dono
alla sua amata una rosa variegata di bianco come il colore della sua
carnagione. Un giorno il padre della giovane li scoprì e li uccise: la
rosa che loro tenevano tra le mani si trasformò in un meraviglioso fiore di pietra, il quarzo rosa.
OSSIDIANA NOBILE (o verde)
L'ossidiana è un vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapido raffreddamento della lava. All'interno dei vulcani le temperature e le pressioni sono così elevate da fondere i silicati dando origine al magma. La lava a contatto dell'aria, si raffredda molto rapidamente dando origine all'ossidiana. Il veloce raffreddamento non consente agli atomi di ordinarsi per formare un cristallo. L'ossidiana è un vetro naturale, del tutto simile a quello di produzione umana.
I
piccoli ciottoli ritrovati nelle zone che erano state riserve indiane
Apache, prendono il nome di " Lacrime Apache ". La leggenda vuole che
"Nonna Terra" piangesse ogni volta che un indiano moriva in battaglia.
In pratica è considerata una pietra "falsa" in quanto non è una pietra
ma vetro vulcanico.
CRISTALLO DI ROCCA (o Quarzo Ialino)
Il quarzo ialino, comunemente detto anche cristallo di rocca, è una varietà completamente incolore di quarzo. Di solito è perfettamente trasparente, con aspetto simile al vetro e al cristallo artificiale, da cui si può distinguere facilmente, come tutte le sostanze minerali, per la sensazione di freddo che provoca al saggio con la lingua.
Il suo colore trasparente rimanda al ghiaccio,
i popoli antichi credevano infatti che il cristallo di rocca fosse
acqua solidificata. In Cina esisteva la credenza che questa pietra
riuscisse a dissetare se tenuta in bocca!
AMETISTA
L'ametista è una varietà violacea di quarzo, spesso associata a rocce basaltiche subalcaline, che è stata sin dal 3000 a.C., in Egitto e in Mesopotamia, una delle gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli e intagli. I Greci ritenevano che costituisse un eccellente rimedio contro gli effetti dell'alcool e i Romani contribuirono ad alimentare questa leggenda. Una particolare etichetta comportamentale imponeva infatti ai commensali di bere vino in coppe di cristallo ogni volta che l'ospite accostava la sua alle labbra. Egli però si limitava a bere acqua pura in un calice d'ametista, i cui riflessi viola 'coloravano' l'acqua dandole l'apparenza del vino. Così l'ospite poteva rimanere signorilmente sobrio mentre i suoi commensali cedevano all'ebbrezza. ATTENZIONE: Il suo colore viola ha però uno svantaggio, infatti la sua prolungata esposizione al sole e alla luce intensa ne provoca l'impallidimento; ad una temperatura tra i 400 °C e i 500 °C, i cristalli cambiano il loro colore in modo radicale (in giallo-bruno-arancio) diventando artificialmente simili ai cristalli di quarzo citrino e spesso venduti fraudolentemente come tali.
Il termine ametista deriva dal greco améthystos
che significa "non ebbro". Una leggenda mitologica spiega che Ametista
era una ninfa dei boschi di cui Bacco, il dio del vino, si era
invaghito; ma la fanciulla, per sfuggire allo sgradito corteggiamento,
si rivolse a Diana, che la trasformò in un limpido cristallo. Adirato,
Bacco vi rovesciò addosso la sua coppa colma di vino, conferendogli così
il suo colore violetto, insieme al potere di proteggere dagli
inebrianti effetti della bevanda a lui cara chi indossasse la gemma.
ANGELITE
L'angelite è una variante del minerale conosciuto con il nome di anidrite. E' formato da solfato di calcio anidro. Ha origine evaporitica ed è prevalentemente derivato dalla trasformazione di depositi di gesso per perdita delle molecole di acqua che gli sono associate. Questi cristalli formano aggregazioni simili a grappoli i cui i singoli elementi hanno sezione quadrangolare: una sorta di "cavolfiore" cristallino. Particolare e tipico il colore bianco azzurrognolo con la parte centrale dei cristalli quasi grigia. Le parti più azzurre vengono utilizzate e denominate "angelite". Sono osservabili sottili lamelle bianche di calcite estremamente fini e delicate, protette dai cristalli di anidrite.
Il suo nome pare derivare direttamente dal cielo: è infatti la
pietra degli Angeli! Forse è proprio per questo motivo che questo bel cristallo
dal dolce colore celeste lavora molto bene sulla protezione
dell'ambiente.
ONICE BIANCO
Con il nome di onice si indicano due tipi di rocce completamente differenti: l'onice silicea normalmente di colore nero striata di bianco con composizione SiO2 . n H2O, simile al calcedonio ma non al quarzo che è cristallino, si trova in Brasile, Messico, ecc...e l'onice calcarea, detta anche onice alabastrite, onice etoca o onice egiziana che è composta da CaCO3, è di colore bruno quella di Montaione o verde chiaro quella del Pakistan.
E’
definita la pietra dell’autostima, in quanto infonde coraggio e
sicurezza a chi la indossa. Simbolo di calma e ispirazione. L’onice
dona equilibrio allo spirito e placa le emozioni eccessive. Ottima
durante i periodi di stress, rafforza il senso di sicurezza, rende
determinati, capaci di realizzare idee e ambizioni, promuove
consapevolezza. Aiuta a superare i conflitti interiori e gli ostacoli
esterni, infonde la rassicurante sensazione di avere i piedi per terra e
regolarizza gli impulsi sessuali. Le leggende legate alla pietra
dell’Onice sono davvero molte: secondo alcune tribù africane, da una
grande esplosione di un minuscolo onice sarebbe nato l’Universo. Altre tribù, ancora, la ritenevano un “Sepolcro Sacro” dove stava il mondo dei morti. L’onice, secondo gli occidentali, è la pietra di Saturno:
l’antica tradizione sostiene che fortifica corpo e spirito, scacciando
tutte le passioni. In oriente per il suo contrasto di colori (nero e
bianco) è considerata il simbolo delle due energie complementari, da cui
nasce tutta la materia vivente, uomo compreso: lo yang, identificato con il maschile, il sole, la luce, il giorno, l’azione, il dominio, la razionalità, e lo yin, il femminile, l’intuizione, l’inconscio.
AQUA AURA (o Aqua Aurea)
I cristalli di Quarzo Ialino, se sottoposti ad alte temperature (per l’esattezza a 871 °C) in ambiente controllato con emissioni di vapori di Oro puro, assumono una viva colorazione azzurra, a volte iridescente. Conosciuta oramai col nome Aqua Aura, il termine esatto sarebbe Aqua Aurea, dal termine latino ‘aurum‘ che significa Oro. Durante il trattamento i vapori di oro si depositano su tutta la superficie del cristallo creando un legame molecolare permanente ed una copertura uniforme. Attenzione a maneggiare con cura queste pietre, dato che il trattamento ne aumenta la fragilità.
L'acqua
aura, nonostante sia una pietra sintetica, possiede un'anergia intensa,
indice del processo alchemico che lega l'oro al quarzo puro. L'acqua
aura libera dai vincoli e lascia spazio alle novità. E' un cristallo che
cura, purifica e calma l'aura rimuovendo ogni stress e appianando i
problemi. Inoltre, attiva i chakra, soprattutto a livello della gola,
che mette in comunicazione con il cuore; allontana la negatività dai
corpi sottili energetici e dalle relazioni che il corpo spirituale
instaura con le energie universali. Viene così attivata l'energia
dell'anima, che consentirà di esprimere le proprie massime potenzialità.
L'acqua aura favorisce l'attività medianica e l'espressione dell'io, e
potenzia l'armonia e la comunicazione spirituale. E' anch'essa una
pietra protrettrice contro le aggressioni psichiche o psicologiche.
Durante la meditazione induce a una profonda pace interiore.
Usata in sinergia con altri cristalli ne potenzia le proprietà curative.
L'aqua aura rafforza la ghiandola del timo e il sistema immunitario.
Fonte
LAPISLAZZULI (o Lapislazuli)
Il lapislazzuli (meno comune lapislazuli) è una delle pietre preziose considerate tali da più tempo nella storia. La storia di questa gemma risale al V millennio a.C., fu molto usata per la fabbricazione dei gioielli trovati nelle tombe faraoniche in Egitto. Deriva dal latino lapis: pietra e Lazulum: Pietra di Lazuli. lazulum deriva dall'arabo لازورد lāzaward che a sua volta deriva dal persiano لاژورد lāžaward che è sia il nome della pietra sia il luogo in cui veniva estratta.
CORNIOLA
La corniola è una varietà molto nota di calcedonio. La sua colorazione più pregiata è quella di un rosso-arancio, dovuto alla presenza di ossidi di ferro, mentre le tonalità più chiare sono da attribuirsi all'idrossido di ferro. Se si sottopone il minerale ad un leggero riscaldamento, il suo colore diventa più intenso. La durezza è 7 della scala di Mohs, come per tutti i quarzi, e questo fatto la rende molto adatta ai lavori di incisione oltre che alla produzione di sfere di collane. Per gli antichi Egizi, la corniola era il rosso simbolo della vita: legata a precise pratiche religiose, aveva il compito di accompagnare i defunti durante il viaggio verso l'aldilà, per questo la gemma adornava anche il prezioso pettorale funerario del faraone Tutankhamon. In corniola poi venivano scolpiti molti animali sacri come l'ariete di Amon ed il falco Horus (simbolo del sole). Nel Buddhismo è uno dei sette tesori, simboleggia la saggezza. I giacimenti più noti, anticamente sfruttati già dai Romani, erano quelli situati in Arabia, India e Persia. Attualmente la corniola si estrae nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul e in Uruguay.
OCCHIO DI TIGRE
L'occhio di tigre è una varietà di quarzo contenente inclusioni di crocidolite, un minerale facente parte del gruppo dell'amianto. La presenza di queste fibre isoorientate impartisce alla massa un effetto particolare detto gatteggiamento. Viene utilizzato principalmente come gemma per la creazione di gioielli.
I riflessi simili a quelli della seta prodotti dalle fibre della
limonite, ricordano da vicino quelli di un occhio. E' da ciò che deriva sia il
nome della pietra, che l'antica convinzione che essa abbia un effetto benefico
sugli occhi. Ad essa veniva attribuita anche una funzione protettiva e, infatti,
nel medioveo, la si usava come amuleto contro i sortilegi ed i demoni.
GIADA
La giada è una pietra ornamentale mineralogicamente appartenente ai silicati. Spesso presenta un tono verde/verdastro per effetto della presenza del Cromo. Il nome giada deriva dallo spagnolo "pedra de la hijada", ossia pietra dei fianchi, dato il suo presunto potere benefico sui lombi e sui reni, e risale al tempo della conquista spagnola dell'America Centrale, dove questa pietra era molto apprezzata e lavorata finemente. La giada è una pietra ornamentale mineralogicamente appartenente ai silicati. Spesso presenta un tono verde/verdastro per effetto della presenza del Cromo.
Con il nome di giada sono commercializzati numerosi oggetti che, in realtà, possono essere costituiti da giadeite, da nefrite (come si è dimostrato nel 1863) o anche, benché impropriamente, da serpentino. Il motivo di questo equivoco è dovuto al fatto che giadeite e nefrite sono specie mineralogiche difficilmente distinguibili.
GIADEITE E NEFRITE
La giadeite è un minerale il cui nome deriva dallo spagnolo "pedra de ijada", ossia pietra del fianco, dato il suo presunto potere benefico sui lombi e sui reni. La giadeite (che è uno dei principali costituenti della giada) fa parte dei pirosseni alcalini assieme all'egirina, con cui forma soluzioni solide. È un inosilicato importante in ambito metamorfico, perché se reagisce con acqua dà il glaucofane, che assieme al granato forma le eclogiti. Un'altra reazione che coinvolge la giadeite, sempre in ambito metamorfico, è quella con il quarzo a dare il feldspato plagioclasio albite.
Il colore della giadeite presenta toni bianchi e verdi del tutto particolari, uniformi o a macchie, con lucentezza grassa e aspetto traslucido che la rendono particolarmente apprezzata dai popoli orientali. Si rinviene soprattutto nelle aree alluvionali della Birmania.
La nefrite è un minerale il cui nome deriva dal greco "nephron", cioè rene, a causa del suo utilizzo nell'antichità come amuleto nei confronti delle malattie dei reni. Si tratta di una varietà di actinolite che può presentarsi in moltissimi colori: giallastro, bruno, rossastro ma anche bianco o grigio, ma la più pregiata è la qualità verde. Può infine presentarsi maculata o striata. Con una lucentezza assolutamente simile a quella della giadeite, una durezza comparabile e una gamma di colori simile, viene con questa facilmente confusa e comunemente indicata col termine generico di giada.
Quando forma aggregati microcristallini ha una struttura fibrosa (come l'actinolite) che, unita all'elevata durezza, la rende ancora più tenace della giadeite. Quando invece è monocristallina è fragile.
Il nome “giada” deriva dallo spagnolo pedra de ijada,
ossia “pietra dei fianchi”,
dato il suo tradizionale potere benefico sui lombi e sui reni, e
risale al tempo della conquista spagnola dell’America centrale, dove
questa pietra era molto apprezzata e lavorata finemente. Nell’antica
Cina era una pietra sacra
usata per fabbricare le urne in quanto si credeva che avesse il potere
di impedire la corrosione e di scacciare gli spiriti maligni. Nella
letteratura cinese tradizionale, l’oro e la giada sono spesso
menzionati insieme e sono considerati simboli di ricchezza. Anche oggi,
il prezzo della giada di buona qualità non vale meno di un pezzo d’oro
dello stesso peso. Confucio (551-479 a.C.) afferma che la giada possiede undici virtù,
tra cui la benevolenza (è dolce e lucida al tatto), la fedeltà (non
irrita mai la pelle), l’educazione e la sincerità (un difetto nella
giada non si nasconde mai). La cultura confuciana predicava inoltre che
un uomo doveva definire i suoi modi e la sua condotta in accordo con
le virtù della giada.
OLIVINA
L'olivina è un minerale silicatico che, insieme ai granati, fa parte dei nesosilicati, caratterizzati da tetraedri isolati di SiO4. I tetraedri sono collegati attraverso atomi di magnesio o ferro con coordinazione. Il termine olivina comprende una serie isomorfa che va dalla forsterite (estremo magnesifero) alla fayalite (estremo ferrifero). Tali termini estremi sono praticamente inesistenti in natura. Poiché è un termine intermedio di una serie, non è considerato una specie valida dall'IMA ma va considerato come nome della serie. Le olivine possono contenere calcio e manganese in sostituzione di ferro e magnesio. Il termine manganesifero è rappresentato dalla tefroite. Campioni trasparenti di olivina vengono tagliati e lavorati con ottimi risultati. L'abito cristallino è prismatico e tozzo, tale che qualunque sezione presenta un contorno più o meno esagonale. Esiste una varietà di olivina magnesiaca classificata come pietra semi-preziosa e nota come "peridoto", impiegata in gioielleria. La sabbia di olivina, opportunamente miscelata con silicati e catalizzatori, è ottima in fonderia proprio per la sua refrattarietà e stabilità alle alte temperature.
Era chiamato "topazoz" dagli antichi Egizi, termine che significa
"sole" poiché ritenevano che questa pietra splendesse nel buio come una lanterna
valorizzati dal faraone in persona che li usava come ornamento personale. Le sue
virtù terapeutiche erano conosciute già ai tempi degli antichi Egizi, degli
Aztechi e degli Incas.
GRANATO
Il termine granato designa un gruppo di minerali nesosilicati, di cui alcuni in uso fin dall’età del bronzo come gemme; trovare granati nei gioielli degli antichi egiziani, greci e romani non è raro. Il nome "granato" deriva dal latino granatus (grano), con un probabile riferimento al malum granatum (melograno), pianta con semi rossi con forma e colore simili a quelli di alcuni cristalli di granato. Solitamente al granato è associata l'idea che sia una pietra preziosa di colore rosso più o meno cupo: in realtà esso si presenta in una serie molto più varia di colori che va dal viola al rosa, dall'arancione al giallo, dal verde al marrone, dal nero all’incolore, sebbene con il termine generico "granato" ci si riferisca di solito proprio alla varietà più rossa, il piropo. Le varietà principali dei granati sono sei, raggruppate in due serie isomorfe: piralspite (piropo, almandino, spessartina) e ugrandite (uvarovite, grossularia, andradite). I granati si presentano in vari colori tra cui il rosso, arancione, giallo, verde, rosa, viola, marrone, nero e blu, il più raro in natura. Vi sono anche diverse varietà di granati che cambiano colore al variare della luce a cui sono esposti (naturale o ad incandescenza). I granati possono avere una lucentezza che ne fa belle pietre preziose oppure essere opachi e quindi utilizzati a scopi industriali come agenti abrasivi.
Dato
il suo colore rosso trasparente, i popoli antichi associavano il
granato al sangue. Le culture indigene del Brasile lo chiamavano il
sangue della terra e lo consideravano responsabile della fertilità del
suolo e della ricchezza della vegetazione tropicale. Il granato
corrisponde nel Medioevo al carbonchio, la leggendaria pietra che
risplende al buio e dona luce e speranza alle anime che si trovano
nell’oscurità, oltre a preservare dalle malattie degli occhi e dalla
peste. Era considerata anche la pietra degli eroi, cioè era dedicata a
coloro che erano in grado di sopportare dure prove per dimostrare il
loro coraggio: infatti il granato ha un aspetto insignificante quando è
grezzo, ma diventa luminoso se lavorato, dunque rappresenta una
metafora della trasformazione e della crescita
dell’individuo. Durante le guerre, si usava incastonare il granato
sugli scudi e sull’impugnatura delle spade come protezione.
GOLDSTONE (o Vetro Avventurina)
Il vetro avventurina è una particolare lavorazion e inventata a Murano nella prima metà del XVII secolo (1620 circa). Si tratta di una pasta cristallina translucida, al cui interno sono immerse pagliuzze o cristalli di rame con ossidi metallici brillanti, che creano un effetto che imita quello del quarzo avventurina. La procedura prevede l'aggiunta, al termine della fusione, ed in più riprese, di una determinata quantità di battitura di ferro, silicio metallico o carbone, tutte materie prime riducenti. Il rame metallico inizia a precipitare, ed al termine di alcune ore di raffreddamento questo si separa completamente dal vetro di base, disperdendosi in modo omogeneo in minutissimi cristalli, che nei casi migliori raggiungere il millimetro di dimensione. È quindi la presenza di depositi di rame che tende a dare al materiele un luccichio rosso bruno con riflessi dorati. L'avventurina viene spesso utilizzata come elemento decorativo a grosso spessore su superfici piane o incavate, tanto in oggetti di vetro quanto come complemento della lavorazione dei metalli (gioielli, elementi di arredo). Per la sua lucentezza metallica, in passato venne soprannominata "stellaria".
Il nome deriva dall'italiano "a ventura", riferito alle scagliette
di mica distribuite in modo casuale sulla superficie. Gli occhi delle antiche
statue tibetane sono di avventurina. Forse, credendola una giada, alla gemma
venivano riconosciuti poteri superiori: di sicuro quegli occhi sfavillanti
avrebbero vegliato sulle fortune e sulla salute degli uomini. Un vetraio di
Murano per caso (per avventura) fabbricò un oggetto contente numerose particelle
di rame che gli donavano un colore speciale, da qui il nome della
pietra.
QUARZO CITRINO
Il quarzo citrino è una varietà di quarzo, il cui colore è dovuto ad impurezze di ferro trivalente (circa 40 parti per milione) nel reticolo cristallino (cambia lo stato d'ossidazione del ferro rispetto al quarzo ametista); il quarzo citrino naturale è relativamente raro, però è abbondante sul mercato perché in realtà si tratta di quarzo ametista, o quarzo affumicato che vengono trattati termicamente fino a raggiungere le colorazioni giallo-arancio. Il nome deriva dal termine latino citrus, che designa il genere della famiglia degli agrumi di cui fanno parte il limone e l'arancia, dei quali la pietra ha il colore. Il quarzo citrino, dotato di colori e trasparenze particolarmente pregevoli, viene usato come gemma o pietra ornamentale da oltre tremila anni; nel passato è stato spesso confuso con il topazio, che presenta colorazioni simili, ed è quindi stato (e viene tuttora) chiamato impropriamente quarzo topazio, madeira, topazio madeira, topazio spagnolo, topazio sassone ed altri ancora. Il quarzo citrino si trova in rocce vulcaniche, spesso nelle cavità, formando geodi, ma anche in vene quarzifere (citrino massivo). I principali giacimenti sono in Brasile, in Madagascar e negli Stati Uniti.
Il
quarzo citrino è stato spesso confuso con il topazio, da cui il nome
“Topazio Madeira”, “Topazio di Spagna” o “Topazio del Brasile”. Solo
nel 1546 il nome “citrino” è stato per la prima volta associato ai
quarzi gialli. Gli antichi credevano che il quarzo citrino fosse la
materializzazione del Sole e gli
attribuivano grandi poteri. Nel Medioevo era usato come amuleto per
attrarre ricchezza e buona fortuna negli affari e nel lavoro. Il
soprannome di “pietra dei mercanti” deriva dalla fama di portatrice di
successo e prosperità di questa gemma: a ciò si deve l’usanza di riporre
un Citrino nel registro di cassa di un negozio. Altre virtù
riconosciute alla gemma sono la capacità di dissipare energie negative
nell’ambiente domestico, il sollievo dagli stati d’animo negativi e
dalle tendenze autolesionistiche ed il potere di far superare traumi
emotivi e rancori.
QUARZO FUME' O AFFUMICATO (Smoky quartz)
Il nome tecnico di questa gemma è quarzo affumicato, dall’inglese Smokey Quartz, per il suo caratteristico color bruno affumicato, a volte con zonature grigiastre o nerastre, mentre una volta veniva chiamato Morione. Sebbene queste colorazioni o sfumature brunastre siano create da ossidi di Alluminio ed ossidi di Silicio sottoposti a radiazioni naturali, la maggior parte dei Quarzi fumè in commercio sono in realtà Quarzi ialini molto inclusi sottoposti a radiazioni. Anche per questo motivo questa gemma è eccellente per il trattamento di malattie legate alle radiazioni o sintomi che si presentano come causa di chemioterapia. Questo bellissimo cristallo era considerato sacro dai Druidi, mentre nelle culture sciamaniche era utilizzato nelle cerimonie per la raccolta della pioggia. Il Quarzo affumicato veniva spesso applicato in cima alle bacchette rituali usate da alcune delle tribù native del Nord America, in particolare dai Cherokee. Tra le numerose varietà presenti in commercio, spicca il Quarzo nero affumicato estratto nelle miniere di Morella, nello stato Vittoria, in Australia. I principali giacimenti si hanno in Africa, Svizzera, Madagascar, Brasile, Australia e Stati Uniti.
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OPALE BIANCO
L'opale è un minerale amorfo (silice idrata: SiO2·nH2O), ha un colore variabile dal trasparente al bianco latte, con una infinità di differenti intermedi (verde, rosso, giallo, marrone, nero). Il contenuto in acqua può arrivare fino al 20%. La formazione dell'opale avviene mediante lento deposito geologico di un gel colloidale di silice a bassa temperatura. Esso comprende molte varietà fra cui l'opale comune, l'opale nobile, l'opale nera, l'opale d'acqua, l'opale di fuoco, l'opale xiloide e la ialite. La parola opale ha radice comune nel sanscrito upala, nel greco opallios e nel latino opalus (con significato di pietra preziosa). Il 97% della produzione mondiale di opali è in Australia, paese che ne ha fatto la pietra nazionale, segnatamente nella zona di Lightning Ridge, dove si estrae la preziosa opale nera. Giacimenti residuali sono situati anche in Messico e nel Galles. L'opalescenza, il gioco di colori e di luce presentato dai campioni di opale, è dovuta ad effetti di interferenza ed alla diffrazione della luce causata a sua volta dalla regolare disposizione delle sferette di silice le quali si dispongono in una forma impaccata, regolare e tridimensionale; è simile quindi alla disposizione dei cristalli. Il riscaldamento di campioni di opale può causarne la disidratazione e, pertanto, la perdita dell'effetto di opalescenza. Una parziale reidratazione è ottenibile con prolungata immersione dei campioni danneggiati in acqua.
Gli
antichi greci ritenevano che l’opale fosse una talismano in grado di
prevedere il futuro e che pertanto simboleggiasse la possibilità di
avere successo e portasse fortuna al suo possessore. Allo stesso modo
anche i romani associavano all’opale caratteristiche benefiche e
positive, in quanto simbolo di speranza e di buona sorte. Tuttavia, il
potere benefico di questa gemma si è tinto di sfumature oscure ed
enigmatiche, in quanto simbolo di magia occulta, in grado di rivalare
catastrofi imminenti. L’opale è una delle pietre più delicate, si può
rigare facilmente ed è molto sensibile ai cambi di temperatura. Essendo
un silicato idrato, un ambiente molto secco potrebbe danneggiarlo per
cui si consiglia di immergerlo ogni tanto in acqua. Non usare olii o
detergenti per pulirlo.
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QUARZO MILK (milky o latteo)
Il quarzo latteo è un tipo di quarzo (biossido di silicio) dal colore bianco che ricorda una nuvola.
Il colore bianco che ricorda una nuvola è determinante del nome del minerale, quarzo latteo. Il colore bianco nuvola è dovuto a delle inclusioni liquide inglobate all'interno dei cristalli al momento della loro formazione, creando l'effetto ottico di fantasmi nuvolosi, altrimenti, in assenza di questi effetti ottici si parlerebbe di cristallo di rocca, o quarzo citrino, o ametista, o quarzo affumicato. Il quarzo latteo può formarsi in due fasi una prima fase in cui si crea il quarzo latteo ed una seconda fase in cui il quarzo chiaro è inglobato nel quarzo latteo, in alcuni di questi casi di inglobamento di quarzo chiaro in cristalli di quarzo latteo, si può avere un fenomeno di aspetto spettrale da cui il nome di quarzo fantasma, mentre le mescolanze di quarzo latteo ed ametista vengono chiamate chevron. Dei grossi campioni si possono trovare in Siberia. tra le altre località sono da annoverare: il Brasile, Alpi europee, Madagascar, Stati Uniti e Namibia.
[CONTINUA]
CURIOSITA' sulle Perle di fiume (o Perle d'acqua dolce):
dette anche perle di fiume (o di lago), sono prodotte da un mollusco che vive in acqua dolce (l’Hyriopsis Schlegeli Cumingii).
Diversamente da quanto avviene con le perle di acqua marina, in questa
ostrica non viene introdotto un nucleo, attorno al quale le ostriche di
acqua marina depositano la perlagione: vengono infatti introdotti
solamente frammenti di epitelio di un’altra ostrica (della stessa specie
e sacrificata allo scopo). L’Hyriopsis Schlegeli Cumingii,
del diametro di circa 30cm, produce numerose perle contemporaneamente,
ed è soprattutto per questa ragione che le perle d’acqua dolce costano, a
parità di caratteristiche, meno rispetto alle perle d’acqua marina, pur
essendo di perlagione piena. Vengono prodotte in varie forme: a chicco
di riso, a rondella e sferiche. Per quanto riguarda i colori, oltre al
bianco, sono comuni produzioni naturali di color salmone, rosa e prugna
chiaro.
CURIOSITA' sulla Madreperla:
[in aggiornamento]
CURIOSITA' su Coralli:
Il
corallo è il simbolo di fertilità, di potere e di ricchezza. Non può
essere considerato esattamente una pietra, ma potrebbe essere definito
come elemento simbolo per eccellenza dell’equilibrio tra il regno
animale, vegetale e minerale. Infatti, è una sostanza organica composta
dallo scheletro calcareo di migliaia di polipetti che vivono nelle
profondità marine. Un’ampia letteratura ha messo in luce le virtù e il
potere del corallo. In Africa e in Asia, per esempio, colui che avesse
utilizzato come ornamento per il capo il corallo rosso, chiamato anche
“pietra di sangue”, avrebbe ottenuto l’ispirazione divina. Inoltre, il
corallo rosso è stato molto apprezzato dai romani e dagli arabi che gli
attribuivano la capacità di infondere energia e allegria. Anche i
tibetani hanno riconosciuto a questa sostanza la proprietà di rafforzare
fiducia e determinazione e di regolarizzare la circolazione sanguigna.
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